giovedì 13 marzo 2008
LA PARITA’ TRA DONNE E UOMINI
Dopo l´interessante commento della dott.ssa Caragnano sulla Relazione della Commissione Europea in materia di pari opportunità, LavoroPrevidenza pubblica un altro importante approndimento sul tema a firma, questa volta, di Riccarda Bezzi (Responsabile Servizio Sviluppo Economico e Politiche Comunitarie Amministrazione Provinciale di Massa-Carrara)
LA PARITA’ TRA DONNE E UOMINI
La Commissione Europea delinea le nuove sfide e orientamenti strategici
di Riccarda Bezzi *
Nella recente relazione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale e al Comitato delle regioni, la Commissione Europea è tornata ad esaminare la situazione della parità tra uomini e donne.
La relazione del gennaio 2008 è la quinta relazione annuale sulla parità tra uomini e donne, realizzata in collaborazione con gli Stati membri, ed è la prima dell’Europa allargata a 27 membri, quindi importante da un punto di vista comparativo relativamente ai nuovi ingressi ed alla situazione dei nuovi stati membri in materia di parità.
La relazione evidenzia progressi incontestabili da un punto di vista quantitativo, ma indica come rimangano da affrontare nodi importanti sul piano qualitativo per sostenere ulteriormente la parità tra uomini e donne, valore fondamentale della Unione Europea.
E’ questo il messaggio principale della relazione.
Questi invece i dati che emergono dalla studio condotto:
Il lavoro femminile ha rappresentato il principale fattore di crescita dell’occupazione nella UE per il raggiungimento degli obiettivi di Lisbona per la crescita e l’occupazione.
Tra il 2000 ed il 2006 il numero delle persone occupate nella UE a 27 è salito di c.a. 12 milioni di unità, di cui oltre 7,5 sono donne.
Il tasso di occupazione femminile ha registrato una crescita costante ogni anno, fino a raggiungere il 57,2% nel 2006 (3,5 punti in più rispetto al 2000), mentre quello maschile nel medesimo periodo è aumentato di meno di un punto percentuale.
Parallelamente il tasso di disoccupazione femminile ha raggiunto il suo livello più basso da dieci anni, attestandosi al 9%.
Questa evoluzione positiva ha consentito una sensibile riduzione del divario del tasso di occupazione tra donne e uomini, sceso dal 17,1% del 2000 al 14,4 % del 2006.
Ma nonostante questi incontestabili progressi sul piano quantitativo, molti aspetti della qualità del lavoro delle donne restano critici:
• il divario della retribuzione tra uomini e donne si è attestato al 15% dal 2003, scendendo solo di un punto dal 2000, senza progressi successivi.
• La segregazione settoriale e professionale basata sul genere non è diminuita, ed anzi,in alcuni paesi è addirittura aumentata, ad indicare che le donne entrate nel mercato del lavoro sono state impiegate in settori e professioni dove si riscontrava già una forte presenza femminile.
• La disoccupazione di lunga durata è molto più frequente tra le donne (4,5%) che tra gli uomini (3,5%).
• Le carriere professionali più brevi, più lente e meno remunerative delle donne incidono sul loro rischio di povertà, in particolare nella fascia di età oltre 65 anni (21% , con un dato di 5 punti in più rispetto agli uomini).
• La presenza di donne dirigenti nelle imprese è ferma al 33% e progredisce lentamente anche in campo politico: solo il 23% dei parlamentari nazionali e il 33% di eurodeputati sono donne.
• La conciliazione della vita professionale e privata e la non adeguatezza delle misure ad oggi adottate comportano il permanere di divari tra donne ed uomini. Ne è testimonianza il drastico calo del tasso di occupazione delle donne con figli piccoli a carico (-13,6 punti in media) mentre quello degli uomini aumenta (!). Il tasso di occupazione delle donne con figli a carico è del 62,4% contro il 91,4% degli uomini, con uno scarto quindi di 29 punti percentuali, dato sconcertante e che deve far riflettere.
Sostanzialmente, dal quadro presentato, emerge che le politiche e le strategie per il raggiungimento degli obiettivi di Lisbona per l’occupazione delle donne hanno ottenuto i migliori risultati sotto l’aspetto della quantità a discapito di quello qualitativo.
Pertanto la Commissione Europea ha provveduto a delineare sfide e orientamenti strategici per intervenire tempestivamente per ridurre il divario qualitativo, al fine di creare più posti di lavoro di qualità, tenendo conto del diverso impatto delle politiche dell’occupazione sulle donne e sugli uomini durante l’intero ciclo della vita.
Le sfide individuate dalla Commissione Europea nella relazione sono le seguenti:
1. Posti di lavoro di qualità per favorire una pari indipendenza economica; 2. Servizi di qualità a sostegno della conciliazione; 3. Lotta contro gli stereotipi e sostegno alle scelte individuali; 4. Attivazione di meccanismi istituzionali a sostengo degli impegni politici e per l’attuazione della legislazione.
La conciliazione tra vita professionale e privata rappresenta un elemento centrale della parità tra donne ed uomini, ed è un settore di azione prioritaria della Tabella di marcia adottata dalla Commissione Europea. La Commissione chiede di intensificare l’attuazione della conciliazione che dipende sia da un’organizzazione del lavoro moderna, in particolare attraverso modalità di lavoro e di congedo innovative e flessibili che stimolino una migliore suddivisione dei compiti familiari tra donne e uomini, sia dalla disponibilità di servizi accessibili e di qualità.
L’orientamento strategico individuato è quello di proseguire a migliorare la disponibilità e l’accessibilità dei servizi di custodia e di assistenza per bambini e persone non autosufficienti, prestando particolare attenzione alla qualità dei servizi erogati, anche in relazione agli orari garantiti.
Ma il percorso per una maggiore e migliore parità non passa solo dalla conciliazione e la Commissione Europea, al fine di raggiungere la parità tra i sessi, sia in termini quantitativi che qualitativi, invita il Consiglio ad esortare urgentemente gli Stati membri a raccogliere le sfide sopra individuate, con imprescindibile collaborazione delle parti sociali e della società civile, prestando particolare attenzione alle seguenti priorità:
• aumento dell’occupazione delle donne, in termini quantitativi, qualitativi;
• integrazione di una prospettiva di genere in tutte le dimensioni della qualità del lavoro;
• sviluppo sia dell’offerta che della qualità dei servizi che permettono di conciliare vita professionale e vita privata, sia per uomini che per le donne;
• lotta contro gli stereotipi nella istruzione e occupazione e nei mass media, con coinvolgimento degli uomini nella promozione della parità;
• sviluppo di strumenti di valutazione di impatto delle politiche in una prospettiva di genere.
note
COM(2008) 10 - Bruxelles 21.01.2008
“Una tabella di marcia per la parità tra le donne e gli uomini 2006-2010” [COM (2006) 92 non pubblicata sulla Gazzetta ufficiale]
*Responsabile Servizio Sviluppo Economico e Politiche Comunitarie Amministrazione Provinciale di Massa-Carrara